Sono sogni fragili, sogni che basta una carezza per farli cadere, frantumati in mille piccoli pezzettini, ma, spesso, sono i sogni a me più cari.
Sogni così improbabili che mi viene da crederci trenta volte di più.
Il problema è che, quando poi non si avverano, ci rimango male, perché sono stata temeraria abbastanza da giocarci, ma poi sono caduti.
Perché è il destino di questi sogni, cadere.
Cadere e spezzarsi.
E tu non ci puoi fare niente, se non darti della stupida, perché lo sapevi che sarebbero caduti, che non avrebbero preso il volo, ma li hai tessuti comunque.
Li hai tessuti, li hai accarezzati, ci hai giocato, li hai amati.
E non puoi fare altro che sederti e guardare i cocci lì, davanti a te, e piangere.
E stai ferma lì, a guardare i cocci e a piangerti addosso, pensando a quanto sei stupida, e al fatto che avresti potuto evitare.
E allora ti fai forza, ti alzi, e vai avanti.
Ma poi ti viene da tessere un altro sogno con gocce di rugiada e cadi di nuovo in questa trappola di tristezza.
Nessun commento:
Posta un commento